Una indagine mostra che 1 studente su 3 trova lavoro dopo la fine degli studi. Risultati positivi anche in termini di inclusione: un progetto su 10 riguarda soggetti con minori opportunità
Hanno tra i 18 e 20 anni (84,53%), vivono stabilmente in Italia (95%), principalmente al Nord (52,71%) e al Centro (27,75%), nella maggior parte dei casi (63%) sono donne, possiedono un livello educativo complessivamente medio-alto: il 52,2% ha ottenuto il diploma quinquennale scolastico e il 19,6% il diploma di tecnico superiore (ITS), sono studenti a tempo pieno (67,5%) e frequentano un corso di terzo livello (12,4% ITS, 59,9% Corso di laurea triennale, 6,5% Corso di laurea specialistica/a ciclo unico). Vanno all’estero per studiare ma anche per fare nuove esperienze, un tirocinio lavorativo che per uno su tre si trasforma anche in un vero e proprio lavoro.
Sono i risultati dell’Indagine “sulla mobilità transazionale e le imprese” che fotografa il mondo Erasmus+ nel nostro Paese. Numeri importanti che sono stati al centro della Conferenza di chiusura della Settimana europea per celebrare i 35 anni di Erasmus e, in particolare, il settore Istruzione e Formazione professionale, con gli interventi, tra gli altri, del sottosegretario del Ministero del Lavoro Rossella Accoto e del rappresentante dell’Unione Europea, Joanna Basztura oltre a una selezione di storie di successo raccontate da giovani che hanno svolto esperienze di mobilità.