Cresce il numero di tesserati che hanno conseguito la laurea: dall’esempio virtuoso di Chiellini a Tommaso Cassandro del Cittadella
E’ il momento di sfatare il tabù del “calciatore ignorante”. E’ vero, la percentuale di laureati nel calcio italiana è ancora relativamente bassa (la Gazzetta dello Sport qualche anno fa stimava lo 0,8%), ma sono tanti gli esempi virtuosi, in particolar modo negli ultimi tempi, che meritano un plauso per gli ottimi risultati ottenuti… fuori dal campo.
Uno di questi è Giorgio Chiellini, che nei giorni scorsi ha salutato prima la Juventus e poi la Nazionale Italiana per iniziare la sua (forse ultima) avventura calcistica a Miami. Negli Usa, probabilmente, gli tornerà utile anche la sua laurea in Business Administration, ottenuta discutendo una tesi proprio sulla sua ex squadra sul tema “Il modello di business della Juventus F.C. in un benchmark internazionale”. Voto? 110 e lode. Da standing ovation.
L’ex capitano azzurro è, però, in buona compagnia. Anche il campione del mondo 2006 Massimo Oddo, ora tecnico del Padova, è “graduato”, in questo caso in Scienze Giuridiche. Ed a proposito di vincenti, anche Fabio Pecchia, che nelle ultime settimane ha conquistato la promozione in A con la Cremonese, ha conseguito la laurea in giurisprudenza all’Università degli Studi di Napoli.
Tra gli italiani eccellenti, “lode” anche ad Angelo Ogbonna (anche lui avvocato, lo ricordano i tifosi della Juve, ora è al West Ham), Guglielmo Stendardo (stesso percorso), Leonardo Spinazzola (in relazioni internazionali) e Lorenzo De Silvestri (economia aziendale).
Anche in serie B c’è chi è riuscito a coniugare lo studio ed il pallone: gli esempi più recenti sono quelli di Loris Zonta del Vicenza, laureato in Psicoeconomia, Francesco Forte, prolifico attaccante del Benevento in prestito dal Venezia e Tommaso Cassandro, terzino del Cittadella, che nello scorso mese di marzo ha concluso il suo percorso di studi in scienze motorie grazie ad una università telematica riconosciuta. Stessa squadra, stessa laurea online per Alberto Rizzo.
Il lockdown e il blocco dei campionati, poi, si è rivelato un assist vincente per gli atleti che, impossibilitati ad allenarsi, si sono rimessi sui libri. E’ l’esempio di Luca Mora con una laurea online con l’Università di Parma, e l’ex calciatore del Taranto, ora al Como, Alessandro Gabrielloni, dottore in economia nel periodo di stop forzato causa covid.
“Ciro” Mertens italiano non è (anche se il belga è stato adottato da Napoli), ma può vantare una laurea in scienze motorie.
Tra le altre eccellenze sul campo e in ateneo, anche il bomber Robert Lewandoski, in procinto di lasciare Monaco di Baviera, il centrocampista del Monaco Cesc Fabregas e l’ex Inter Yuto Nagatomo. Andres Iniesta, Cesc Fabregas, Xabi Alonso, Juan Mata e Adrian Mutu, invece, fanno parte della (lunga) schiera di ex calciatori che possono puntare ad una “carriera alternativa”.
E’ vero che l’università telematica e le scuole paritarie ha facilitato il compito di questi grandi atleti, ma per laurerarsi bisogna studiare e loro hanno saputo coniugare gol ad esami superati. Ancora convinti che i calciatori siano tutti ignoranti?